ratherunwise |
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| ATTENZIONE. Il delay è un effetto piuttosto stronzetto se vuoi usarlo davvero bene. Di solito il chitarrista "medio", come il sottoscritto del resto, imposta un tempo di delay che gli stia comodo e usa SEMPRE quello urbi et orbi su tutti i pezzi. Il chitarrista "tosto" invece si compra un delay che abbia il "tap tempo" e adatta il tempo di delay sul metronomo del pezzo decidendo, a monte, se lo vuole in ottavi, sedicesimi, trentaduesimi ecc. poi pesta sul pedalino "tap tempo".... a tempo in quarti.... e il delay produce il suo eco di conseguenza adattandolo al metronomo del pezzo e suddividendo la nota da... delayare in base al frazionamento selezionato. La seconda soluzione implica di comprarsi un delay "potente" che abbia anche questa funzione. Devo dire che un delay che va "a tempo" con il pezzo è veramente godoso sia in studio che, soprattutto secondo me, live. Sentitevi per esempio Boulevard Of Broken Dreams... la zappata di chitarra distorta (proprio all'inizio che poi procede per tutto il pezzo) in delay è perfettamente a tempo con il pezzo e si gode a lot. Se non hai un delay con le palle è clamorosamente IMPOSSIBILE riprodurre live una roba così. Tanto che con la cover band dei Gree Day abbiamo dovuto "riarrangiare" leggermete il pezzo proprio per sopperire a questa lacuna del mio delay. Personalmente, dicevo sopra, non ho mai sentito tanto il bisogno di avere un delay con il tap tempo semplicemente perchè il delay è un effetto che uso relativamente poco... in un paio di punti in due pezzi quindi mi sono "accontentato" di avere un eco "di massima" sulle pennate che mi interessavano, però il fatto di avere un "eco" che rispetta il timing del pezzo ti apre diversi orizzonti sull'arrangiamento di ritmiche e, soprattutto, di assoli. Tutto ciò, come sempre, rigorosamente dal vangelo secondo me.
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